

I progressi recenti dell’intelligenza artificiale e della robotica ci fanno capire che probabilmente nei prossimi decenni assisteremo ad avanzamenti stupefacenti. Queste innovazioni renderanno più efficiente e meno costosa la produzione di beni e servizi di tutti i tipi e di certo offriranno enormi benefici a tutta l’umanità.
Esiste comunque un lato negativo del progresso: verosimilmente, un gran numero di lavoratori sarà sostituito dalle macchine. Una vasta percentuale di lavori, a un certo livello, consistono in una routine e sono ripetitivi di natura. In altre parole, il lavoro può essere suddiviso in diversi compiti che tendono a ripetersi su una base prevedibile. Man mano che avanzano le tecnologie robotiche e l’apprendimento automatico, una notevole percentuale di queste mansioni corre il rischio di essere automatizzata.
Questo timore non dipende da tecnologie fantascientifiche, bensì si basa sulle semplici estrapolazioni effettuate da sistemi esperti e da algoritmi sofisticati che attualmente consentono di far atterrare i jet, effettuare autonomamente delle contrattazioni a Wall Street, oppure — come dimostrato recentemente dalla tecnologia di Google DeepMind — battere i migliori campioni del mondo dell’antico gioco “Go.” Man mano che la tecnologia progredisce, questi sistemi saranno in grado di equiparare o superare le capacità dei lavoratori in molte categorie di lavori di routine, comprese quelle di lavoratori con un diploma o con un altro tipo di formazione significativa. Molti posti di lavoro saranno sempre più messi a rischio anche dal continuo trend verso tecnologie self-service che addossano le mansioni ai consumatori.
Guardando ai prossimi anni e ai prossimi decenni, una delle sfide più importanti a cui dovremo far fronte sarà quella di sfruttare questi progressi a beneficio di tutti e a ogni livello della società. Senza delle politiche specifiche per adattarci a questi trend, rischiamo di andare incontro a una società e a un’economia ancora più segnate da diseguaglianze, con una piccola élite che prospera e una vasta percentuale di lavoratori che arranca e che potrebbe veder addirittura messa in discussione la propria sicurezza economica di base.
Affrontare questa sfida non sarà facile e potrebbe richiedere l’implementazione di politiche totalmente innovative come il reddito minimo universale. È importante iniziare a sviluppare quanto prima soluzioni efficaci per far fronte alle difficoltà che ci attendono. L’informatica continua a crescere in modo esponenziale e l’impatto sul mercato del lavoro potrebbe farsi sentire molto prima di quanto ci immaginiamo.